La scelta - nuova edizione aggiornata by Giuseppe remuzzi

La scelta - nuova edizione aggiornata by Giuseppe remuzzi

autore:Giuseppe remuzzi [Remuzzi, Giuseppe]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2023-09-01T12:00:00+00:00


CHI stabilisce cosa sia meglio per l’ammalato? Il dottore, chi se no? E il dottore di un tempo era come quello di Lev N. Tolstoj in La morte di Ivan Il’ič: «‘Vedete, questo indica che nei vostri visceri accade qualcosa, ma se l’esame della tale e talaltra cosa non lo confermasse, bisognerebbe supporre allora questo e quest’altro. E se si suppone questo e quest’altro, in tal caso si potrà fare così…’ A Ivan Il’ič importava una sola cosa: il suo stato era grave sì o no? Una domanda quanto mai assurda. ‘Ditemi, dottore, in generale questa malattia è grave oppure no?’ Il medico lo fissò severamente con un solo occhio, attraverso gli occhiali, come a voler dire: accusato, se non state al vostro posto, sarò costretto a farvi allontanare dall’aula. ‘Vi ho già detto, signore, tutto quello che ritenevo utile e ragionevole che sapeste’, rispose il dottore».

Oggi è diverso. Capita che la mamma di un ragazzo di diciotto anni scriva: «Mio figlio ha avuto una diagnosi di ipertensione polmonare e soffre di reni. Ho letto tanto, e mi pare di aver capito che ci potrebbe essere un legame tra queste due malattie. Lo hanno curato con un beta bloccante, warfarina e l-arginina, la pressione nell’arteria polmonare è tornata normale. È stato fortunato, perché mi pare, da quello che ho letto, che una risposta così favorevole a questi farmaci sia insolita. Adesso però sta di nuovo male, fatica un po’ a respirare. So che ci sono farmaci nuovi. Lei pensa si possa usare la prostaciclina per bocca? L’ultima spiaggia per il mio ragazzo potrebbe essere un antagonista di tipo A del recettore dell’endotelina. Pensa che possa servire al mio ragazzo o farà male?

«Sono anche preoccupata per mia figlia, ha sedici anni, è sempre stata bene, studia all’Università di Oxford. Se prendesse la pillola, si ammalerebbe anche lei di reni? E se decidesse di avere dei figli, in gravidanza, potrebbe avere l’ipertensione polmonare? Forse potremmo incontrarci e parlarne». Non è uno scherzo, una lettera così chi scrive l’ha ricevuta davvero.

Oggi tanti ammalati vanno dal dottore dopo aver passato ore in Internet a leggere tutto quello che c’è sulla loro malattia. Sanno già quali sono i centri migliori, i medici più preparati, le terapie più moderne. Sbagliato? Niente affatto, anzi, i medici dovrebbero incoraggiare chi lo desidera a farlo. Due studi pubblicati su un giornale americano di medicina interna hanno fatto vedere che ammalati che leggevano di medicina, stavano meglio – e morivano meno – di chi non si teneva informato. Fra l’altro, più gli ammalati sono informati, più è facile fare il dottore, ed è specialmente vero per ammalati di malattie gravi o quando non ci sono abbastanza dati per sapere davvero qual è la cosa giusta da fare.

Al supermercato è il cliente che comanda, dal dottore no. Il cliente ammalato, però, è un cliente speciale. È un po’ come dal barbiere (è irriverente, ma rende l’idea). Quasi nessuno di quelli che ci vanno si siede e dice «Faccia lei». I più vogliono i capelli così, la messa in piega cosà, la barba più lunga o più corta.



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